venerdì 10 settembre 2010

Un'iniezione di fiducia (cit.)

Ho sconfitto la matematica.
Incredibile.
La prof, ai tempi, mi aveva dato per spacciata, e invece oggi s'è rimangiata tutto.

Sono intelligente :o

lunedì 30 agosto 2010

:*

Ragazzo mio, ce la puoi fare.
Hai cervello e motivazione, devi solo farti prendere dal circolo virtuoso.
:*

domenica 29 agosto 2010

Invece mi sembra di più...

Stiamo insieme da tre mesi.
Spero di essere una buona compagna, per Te.

La prima regola del Fàit Clèb è...

...non bere MAI un caffè lungo dopo cena.

Altrimenti tocca passare la notte con: Insonnia e Acidità-di-stomaco.

sabato 28 agosto 2010

"Pensierini" (come alle elementari)

I miei genitori non sono delle cime.
Non sono diplomati, tanto meno laureati.

Non hanno una cultura accademica.
Non sono alti e belli e giovani, fin dalle elementari son sempre stata l'unica (o quasi) che veniva prelevata da una mamma che si avviava verso i cinquanta.
Non sono dediti alla vita sociale.
Non sono ordinati.
Non mi hanno fatto crescere in maniera equilibrata.
Non sono il massimo della genitorialità.

Però.

Non mi hanno dirottato al Creatore nonostante non navigassero (e non navighino tuttora) nell'oro.
Non si sono separati nonostante tutti i casini.
Anche se in maniera leggermente goffa, si preoccupano della mia salute psicofisica.
In particolare, il father capisce sempre quando non sono il massimo della non-tristezza.
E capisce il motivo.
Poi sono contenti se io condivido qualcosa.
Se amo qualcuno.


Basta così.

venerdì 27 agosto 2010

Run Run Run

Dalle sei alle sette antelucane, nell'anello che circonda l'isolato che circumnavigo quando corro, siamo pochi habitué:
io,
vecchio,
vecchia,
ragazza.

Vecchio cammina a passo svelto ma non corre.
Vecchia cammina a passo svelto ma non corre.
Ragazza cammina a passo normale e figuriamoci se corre.

Mi chiedo: come mai non fa nemmeno un accenno di corsetta? La incrocio sempre, perché percorre il circuito in senso contrario al mio. Esce di casa quando esco io, abita nello stabile accanto al mio, fa il numero di giri che faccio io.
Però cammina.
Magari potrei provare a sorriderle quando la incrocio.
Seh..
Non ci socializzerò mai.

giovedì 26 agosto 2010

mercoledì 25 agosto 2010

Philip K. Dick (la K. per cosa sta?)

L'esistenza di Philip Dick l'ho scoperta grazie al mio M. (lo chiamerò così, anzi, inventerò un nome di fantasia, come fanno nei servizi di cronaca: Marco), che, siccome è una persona acculturata e di mente aperta, è riuscito a far sì che io potessi apprezzare qualcosa che apprezza anche lui, senza partire prevenuta come mio solito.

E gli elementi che si stanno introducendo nel mio modestissimo bagaglio cuRturale (diciamo un trolley, ché 'bagaglio' dà troppo l'idea di grandi dimensioni), nel mio trolley cuRturale, dunque, sono:

e .

Ora, io non garantisco niente, nel senso che non garantisco di farmi tutti i libri e tutti gli àrbumi, però per adesso Dick si lascia leggere, anche se io sono diventata piuttosto pigra anche nella lettura, e quindi non mi divoro più i libri come un tempo.

Non diventerò mai una persona acculturata come lui e come voi, miei piccoli lettori, perché tutta la mia cuRtura è finita con la Maturità, e forse ero convinta che il fatto di fare una facoltà scientifica dovesse portarmi a tagliare i ponti con tutto ciò che era stato il liceo Classico,
e forse ho smesso di leggere perché volevo confinare gli stimoli mentali a quel quinquennio felice.
Anzi, molto probabilmente è così.

My first earring ^^

Questo mi piace. Sarà merito delle perle di vetro (certo non del resto).
Il fratello arriverà, quando c'ho voglia.

martedì 24 agosto 2010

Richieste inusitate

Oggi, alla fermata della navetta, un omino non italiano e non comunitario, con un brick di succo in mano mi tende la cannuccia e mi chiede come si faccia.
Al che io gliela prendo di mano e, facendo leva sulla zigrinatura, fendo il polimero che l'avvolge, liberando così il contenuto.

Non so perché (cioè, lo so, ma è così che si dice),
ma m'è venuto in mente lui:


lunedì 23 agosto 2010

Dopo novant'anni di vita sedentaria, la mia parola d'ordine fu...

Moto, moto! Dovrei fare del moto! Porca miseria, guarda come mi sono ridotta.. Non entro più nei vestiti, non entro!


Sì, ma con cautela, Lu, con prudenza: alla tua età..!


Ma che prudenza, ma che etA'- ...Mark!! Il colpo della strega!!


Ecco. Domattina non andrò a giocare a tennis con Filini ma andrò a stramazzare sull'asfalto, dalle sei alle sette antelucane, anche se non sarà la domenica più rigida dell'anno (anche perché è martedì).
Spero di non stramazzare.

Ta-daaah!

Ecco a voi la mia prima creazione (non cestinata) frutto del martellamento del Cu.



A dieta

No, non sto diventando come quelle che smettono di mangiare e a colazione mangiano acqua e mezzo biscotto integrale,
a pranzo aria,
a merenda del tè verde non zuccherato,
a cena una foglia d'insalata.
E poi ci credo che sono depresse e vogliono morire.
Cacchio, se non mangi nulla l'umore è la prima cosa che ti si fotte (e io lo so bene, ché, certe volte, sono irritabile e incazzosa finché non mi siedo a tavola).

Non voglio diventare seguace di ANA (come la chiamano), non ci tengo a ficcarmi due dita in gola rimettendo anche l'anima (soffro già di reflusso acido di mio: non intendo stressare ulteriormente il mio povero esofago).

Dovrò 'solamente':
fare attenzione al contenuto energetico di ciò che mangio,
non superare il mio fabbisogno calorico giornaliero,
prendere l'abitudine di andare a correre, visto che qui c'è tanto verde,
bere molta acqua (che fa bene anche alla povera vescicuzza).
Ah, dimenticavo:
tagliare il pane.
Ma non affettarlo: eliminarlo!
Io sono una grande mangiatrice di pane, infatti credo che sarà drammatico dovermi limitare a una mera fetta al giorno..

domenica 22 agosto 2010

Love is my therapy

Da quando sto smettendo con la paroxetina (il che non è così immediato, perché devo fare i conti con irritabilità e sintomi da sospensione, tipo le dannate scosse alla testa e quella sensazione di sbalzo di pressione),
da quando dunque il supporto farmacologico per l'ansia è diminuito, mi sembra di acquisire la consapevolezza che i farmaci non possono essere tutto, nella vita, e che non si può e non si deve campare di essi.
Nella vita c'è di tutto,
c'è la paura, c'è l'ansia, c'è l'umore basso, c'è a volte quella sensazione che il mondo ti crolli addosso, anche per delle cazzate.
Ma sono cose che non devono ostacolare le attività della persona né devono far sì che eviti di fare qualcosa per paura.

Nell'ultimo mese ho fatto delle cose che in altre condizioni non avrei fatto.
Ho fatto un viaggio in treno discretamente lungo per raggiungere my Love ai piedi del Monte Bianco.. Ho attraversato mezza Svizzera, ho dovuto interagire in lingua straniera per poter ottenere ciò di cui avevo bisogno,
non sono stata colta da ansie, sono stata razionale, ho fatto un viaggio in treno con tutta gente straniera, ho attraversato Ginevra in taxi per raggiungere una stazioncina da cui partire per la Savoia, ho dovuto chiedere aiuto perché non sapevo dove rimediare un biglietto (ovviamente in English, mica in francese...je ne parle pas français)...
E così ho raggiunto my Love, con cui ho passato dei giorni incantevoli.

La soluzione all'ansia costante e invivibile è...
amare, essere amati,
cercare di dedicarsi allo studio, in vista di un progetto per il futuro (progetto che ho),
valorizzarsi, fare un minimo di attività fisica...
ma soprattutto essere amati.

Non ricordo bene come fossi e come stessi una decina di mesi fa, prima dell'inizio della terapia...
Però sicuramente sono una persona migliore, pur con tanti difettacci (tipo irascibilità estrema).

sabato 21 agosto 2010

La matematica...

...è cattiva e malvagia e apparentemente incomprensibile.
Ma DEVO riuscire a capirci qualcosa.

Impossible is nothing.
Così diceva (dietro opportuno compenso) un tizio biondiccio con una moglie anoressica.

Ma lui non ha mai dovuto studiare la matematica!

Siccome anch'io ogni tanto creo...

...allora vi mostro ben UNA mia creazione.

Che noia, che barba

Ammettiamolo: Blogger è di una noia mostruosa.
Nella giornata di oggi (cioè, di jeri) ho cliccato innumerevoli volte la scritta "Blog successivo" o roba del genere, ma...mai che abbia trovato un blog che si rivelasse in qualche modo piacevole e leggero, spiritoso. Mai!

Ho trovato blog ammerigani, con le solite coppiette felici e sorridenti che dedicano il blog ai propri figlioletti,
ho trovato blog sudammerigani, più difficili da definire perché non conosco la lengua :p,
ho trovato blog di ragazzette discinte fanatiche delle cose fashion (o presunte tali)...
e pensavo "I blogger italici sicuramente sono meno patetici"...e invece no!
Sono tutti quanti seriosi e barbosi, si danno delle arie,
c'è gente che su un blog ci si fa un'intera galleria d'arte, tutta roba che non verrà vista mai. Almeno, non da me.
Ma dove sono finiti i blogger spiritosi e demenziali? Quelli che raccontano la propria quotidianità, le proprie bischerate senza credersi dei grandi artisti (come Neil-il-grande-artista) o dei poeti eccelsi?
A parte i blog di donzelle dedite agli hobby perlinosi, non ho proprio trovato niente di interessante.
Ho trovato un mucchio di blog religiosi o pseudofilosofici. Uhmmarò.
Chi mai li leggerà? Perché mai dovrebbe farlo?
Forse sono limitata mentalmente, chissà. Forse non posso capire. Come Dante in Paradiso.

Su Splinder, almeno, c'era gente più alla mano che si atteggiava di meno.
Qui sono tutti ingessati e ufficialoni.
Ma non tornerò su Splinder, no.
Devo trovare qualche blogger affine, prima del 2012.

venerdì 20 agosto 2010

Akea

Andiedi oggi all'Ikea, quel posto dove tutto è di cartone, o al massimo di truciolare, quel posto dove tutto è piccolo, angusto, con le luci basse, con i letti che sembrano troppo corti.
Ero convinta che non ci sarebbe stata molta gente, invece c'era il mondo.
Ho riscoperto, leggerissimamente, il fastidio nei confronti del prossimo.
Ma credo di aver capito che il fastidio o meno nei confronti del prossimo dipenda dal mio stato d'animo, da come mi sento in un dato momento.
Per il lettore mediuo saranno ovvietà, per me invece no.

Ho visto coppie.
Tante coppie.

Coppie in cui l'elemento femminile è spesso petulante e tartassa il povero elemento maschile.
"Ma è bianco?"
"Certo che l'è bianco"
"Ma sei sicuro che un sia celeste? Secondo me è celeste"
"L'è bianco, madonna, c'è scritto sopra!"
"Aprilo e guarda se è bianco"

Coppie con bambini urlanti.
Coppie tutte arruffate e scarmigliate.

Mi hanno fatto un senso strano.
Ho pensato "Cavolo, non voglio essere anch'io parte di una coppia arruffata e petulante all'Ikea".

giovedì 19 agosto 2010

Time for studyin'...forse

E' tempo di mettersi sotto,
ho due esami cazzuti e cazzosi da recuperare.
Ho una biblio che non mi può garantire uno spazio di studio per tutto il giorno, in quanto siamo pur sempre in agosto e i dipendenti comunali col cacchio che stanno in biblio tutto il giorno.

Poi avrei degli scrupoli a recarmici, in quanto il Theologo è sempre in agguato.
Se il Theologo ti bracca una volta, sei morto. Finito. Kaputt.
Non ti lascerà mai più in pace, ogni mezz'ora si ricorderà di aver qualcosa da dirti e si materializzerà ESATTAMENTE nella stanza in cui ti trovi, senza che in precedenza ti abbia visto entrarci. Probabilmente ha un radar o qualcosa del genere.

Nel corso della mia permanenza nell'edificio, mai avevo, per fortuna, avuto modo di esser coinvolta in discorsi con lui.
Ma costui, avendo veduta L. ascoltare per caso un suo colloquio con un giovine, allettato anzi che atterrito dai pericoli e dall'empietà dell'impresa, un giorno osò rivolgerle il discorso (in merito al corso di studi).
La sventurata rispose.

Avendo poi constatato ella (cioè io) l'immane invadenza dell'individuo, dopo averci speso un intero pomeriggio a parlare di problemi psicologici (e psichiatrici?) e di famiglia, nonché dell'importanza della Fede,
alle richieste di lui se mai sarebbe tornata a fargli compagnia,
lei rispuose "Ma certo, ehm...lunedì ci sono di sicuro!" e dileguossi.
E fu così che la donzella, cioè io, non si recò più in biblio.

Anche se non è giusto che io non possa andare in un posto dove, bene o male, mi trovo bene (o male), perché c'è un pazzoide che mi stressa.
Dovrei essere assertiva, riuscire a impormi e a non far invadere i miei spazi.

Oppure dovrei mettermi una parrucca e dei baffi finti, camuffandomi in qualche modo per non farmi riconoscere.

Che palle.
Non posso farmi condizionare così.
Eppure lo sto facendo -_-

martedì 17 agosto 2010

C'è del pollo nel frigo, se hai fame. Addio.

No, cioè.
Una si assenta tre giorni e quando torna sul blog vede che la coinquilina di blog ha fatto le valigie e se l'è filata.
Come una moglie che lascia il marito di punto in bianco.
"Tesoro! Sono a casa! Ehm...tesoro? Tesoro?"
e non trova nessuno.

Vabbè, lasciamo stare.
Adesso 'sto blog è tutto mio.
Io faccio la pionera da sempre: mi piace sperimentare piattaforme nuove, e se rischio di perdere lettori chissene. Per ogni lettore perso ne troverò un altro. E' solo questione di tempo.
E se un vecchio lettore è troppo pigro per volersi creare un account sulla nuova piattaforma per commentarmi, significa che di quello che scrivo non è che gliene freghi poi molto.

Amen.

venerdì 13 agosto 2010

Ciù blogger is megl che uan

Sono dell'idea che partecipare a un blog condiviso non sia malaccio.
Non tanto per me, quanto per i poveri cristi che capitano su queste pagine.

Statisticamente, i lettori che leggono le nostre bischerate sono al 90% lettori dell'antico blog di Franz.
Poi èvvi un 6% di lettori che capitano qui dal Nulla,
un 3% che proviene dalla mia bacheca su FB,
e un 1% che mi legge perché pagato.
Ok, non è pagato, ma sicuramente è di parte e mi legge perché più o meno scrivo le stesse cose semiserie che scrivevo sul forum dove ci siam conosciuti (forum che ora ho abbandonato e spero che venga preso d'assalto dagli hacker).

Insomma, per tornare al discorso iniziale,
un blog a quattro mani offre più varietà.

Il lettore abituale arriva qui e pensa "Uff, un altro post di Mata Haro...un'inutile logorrata in cui per metà parlerà di psicofarmaci e per l'altra metà del suo Ragazzo. Vabbè, meno male che ci sono anche i post di Franz :3 "
Un po' come quando uno guarda Zelig (sempre che esista gente che guarda ancora Zelig): cambia canale quando vede che c'è lo pseudocomico che non lo fa ridere nemmeno se gli spara gas esilarante,
poi, quando vede che sul palco c'è il suo comico preferito, ritorna a guardare il programma.

Diciamo dunque che questo blog è un varietà.
Un contenitore.

E la mia gatta è una vecchia bavosa.

giovedì 12 agosto 2010

Alti e bassi e alti e alti

Oggi sono uscita di casa dopo sette giorni di isolamento.
Ero in condizioni pietose, con i capelli che se li strizzavi ci riempivi una bottiglia d'olio e la barba di sette giorni.
Per non parlare di occhiaie catastrofiche e terribili cicatrici sul viso.
L'umore non era dei migliori: sfido chiunque a essere vispo e felice dopo sette giorni di segregazione in casa mia.
Infatti mi giravano abbastanza le scatole.
Per non dire che scleravo.

Mi aspettava una bella seduta dalla Psic, e allora mi son dovuta sistemare per riacquisire una parvenza umana.

Talmente umana che l'autista del bus addirittura mi ha salutato [ho visto autisti fare i veri e propri scemi completi con ragazzine dalle lunghe ciglia di cui avrebbero potuto essere i padri]
e una guardia giurata di indiscutibile finezza, quando gli son passata accanto, mi ha squadrato e mi ha detto "Bella.." con dubbia aria da pleibòi.
Non mi son nemmeno girata e ho continuato a camminare per i cassi miei, temendo un po' che si arrabbiasse perché ero rimasta impassibile e mi corresse dietro col collega per picchiarmi.
Cioè, una che je deve di' a 'sta gente?
"Grazie, ma temo che Le servano un paio di fondi di bottiglia alla Filini"
"Grazie, Lei invece è inguardabile"
Oppure
"Ehi, bbbello, ti aspetto stasera a casa mia", con fare ammiccante e fondoschiena ondeggiante.

Ma passiamo oltre.

La mia Psic l'ho dovuta buttar giù dall'amaca per darmi un'oretta di udienza.
Infatti era in vacanza.
Le ho raccontato tutte le mie peripezàie degli ultimi giorni, dal mio ritorno alla vita da incensurata, al mio romantico soggiorno là, sui monti con Annette,
al fastidioso effetto indesiderato cui ormai avevo dichiarato guerra.

E, miracolo!, ha detto che O si cambiava molecola - ma al 99% avrei avuto lo stesso effetto indesiderato che mi affliggeva;
O si cambiava famiglia di molecole, ma quelle menzionate erano più degli antideprexivi, mentre io ho bisogno di roba per l'ansia (ehi ehi ehi! ho sempre creduto di essere depressa, e ora scopro che non lo sono!);
O si sospendeva la paroxetàina, tenendo solo le goccioline di altro farmaco per l'ansia.
Non credevo alle mie orecchie.
Sospendere la paroxetaina!
Yu-huuuu!!
Abbiamo dunque riveduto e corretto la terapia e vedremo come andrà.

Temevo altresì, in questi ultimi giorni,
di dovermi recare, questo uicchènd, all'Annuale Visita-ai-parenti-semisconosciuti in Terra Virgiliana,
che si tiene ogni anno a Ferragosto, a cui debbo partecipare per forza (molto fantozzianamente), e da cui torno sempre col morale sotto gli pneumatici.
Per l'appunto la parte sana di mente degli avventori del forum dove ho conosciuto il mio Ragazzo,
avrebbi organizzato una gita per questo stesso fine settimana, cosa potenzialmente più allettante di un desolato tour di parenti che pensano sempre che io sia mia sorella maggiore (perché la mia esistenza non la contemplano).

La Psic era dell'idea che, a 24 anni suonati, potendo scegliere fra due giorni di mutismo coi parenti e due giorni di pucciosità con colui che mi sopporta,
io non potessi esimermi dallo scegliere la seconda opzione.
Ma temevo che mio padre mi scannasse.
Inoltre, i nostri gattucci resterebbero DUE GIORNI (48 ore!) senza esseri dotati di pollice opponibile e capaci di aprire una scatoletta di Gourmet (ebbene sì: i miei gatti mangiano solo Gourmet al pesce dell'oceano... e si sente!! - certe fiatate..).
Beh, pazienza.
Tanto, anche se stessero con me, non mangerebbero ugualmente.
L'importante è che non si scannino fra di loro e che il Gattobianco non cada in depressione per l'assenza del Father (il suo umano preferito).

Ho dunque detto ai miei che avevo in programma questa gita,
e loro hanno accolto la notizia con aria serafica.

Sì, poi GIURO che mi metto sotto a studiare!!

Ma ora datemi questi due giorni con il mio Puccy :3
(di cui abbiamo svariate diapositive, ma che non posterò perché non voglio donnette sbavanti su questo Blog)

Foto

L'estate è morte (aestas nex est).
Di me si dimenticano tutti; a volte io stessa passo davanti a uno specchio e faccio finta di non vedermi, per non dovermi salutare. Però, quella nello specchio mi chiama rumorosamente, sicché devo sopportare mezz'ora di chiacchiericcio sull'università, ovviamente, unico argomento che le appartenga. Se vede che la tira per le lunghe, fingo un appuntamento.
Ma, in realtà, non ho alcun appuntamento. Mai.

[Mi alzo per andare per andare a sgranocchiare qualcosa.
Sapete cosa ammiro dei gatti? Selettività nei tanti input che ricevono.
Potrebbe scatenarsi l'inferno nel salotto dove dormono e rimarrebbero impassibili. Se durante questo io stessi aprendo una busta di wurstel, loro selezionerebbero il rumore e li troveresti di fianco a te a dirigerti meglio il coltello in un batter d'occhi.]


Ma l'acme della tristezza non è ancora raggiunto: i colpi fatali mi verranno inferti al ritorno in facoltà quando sorgerà banalmente spontanea la domanda “Che hai fatto 'ste estate?”. Domanda davvero crudele, data che è porta a una ragazzina pallida come la morte, deperita come la carestia, triste come una canzone di Chevez. Guardami, oh compagno di corsi abbronzato e sorridente: sembro uno zombie depresso che ha sostenuto degli esami di latino: secondo te che ho fatto ad agosto? UNA MAZZA!
Ed è lì che parte la balla.
Quest'anno che potrei dire?
“Amori estivi” (amores aestatis) è stata la mia prima idea. Ma l'ho scartata: non è il caso di farsi ridere dietro.
Comunque non si sa mai che qualcosa accada, sicché ho portato su fb delle foto che mi rivelano. Potrei anche pubblicarne in quei social networks (retes comunitatis) per sfigati single (caelebs malum) che cercano altri sfigati single: sappiamo che in certi posti sei morto se non hai almeno un avatar dove ammicchi oscenamente (cosa che a me non riesce, dato che assumo l'espressione di una a cui le entrata un moscerino nell'occhio).
Ecco le foto.




Qui sembro aver un volto a cono rovesciato. Per gli amanti della geometria estrema.



In quest'altra metto a nudo il mio cattivo gusto per i pantaloni.
Inoltre metto in moto una deriva di feticismo podistico tremenda.



Qua sono venuta quasi bene.


Ma conto di sfondare con quest'altra.





Mi aspetto di fidanzarmi virtualmente entro tre giorni, grazie simili scatti (causa imaginum), con gente dai nick poco raccomandabile tipo maschiolatino48, Matteo23(non è l'età ;D) o ilcoolbuendia.

Comunque sia accetto suggerimenti per le bugie di fine estate.

mercoledì 11 agosto 2010

While my guitar gently weeps

Cercando qualcosa di inutilizzato da sbolognare per ricavarne pecunia,
mi cadde l'occhio ('spetta ché lo raccatto) sulla mia inutilissima quanto scadente chitarra acustica blé.
Non l'ho mai usata, non ho mai saputo suonare un tubo, tantomeno una chitarra.

Ma, in previsione di una mia futura vita da clochard, ho pensato, sicuramente mi conviene tenermela e cercare di imparare a suonarla.
La voce ce l'ho (mudestament), mi manca solo l'accompagnamento.
Ma sono (an)negata.

La casa vuota, i gatti & moi

Stamani, come avrete evinto dal post precedente, sono stata mattiniera. Avrò dormito...quanto? quattro ore? quattro ore.
Ho resistito all'idea di riprovare a dormire, conscia del fatto che poi mi sarei svegliata ad orario improponibile e col mal di testa.
Alzarsi presto, in agosto, con i miei che si son tolti dalle balle (torneranno a pranzo, ma tant'è), e ritrovarsi nella casa vuota, col silenzio dentro e fuori (stranamente i vicini non emettono ancora il loro consueto casino), con i gatti che mi filano il giusto, sempre silenti (a parte il Gattobianco che si mette a miagolare davanti alla porta a mezzogiorno...ho il gatto che segna l'ora, come Kant)..
Si sta benissimo.

Non vedo l'ora di levarmi dalle palle,
di avere foss'anche un buco, uno scantinato, una soffitta, un garage, un sottoscala tutto mio dove non avere rotture di coglioni.
Saremmo solo io
e la muffa.

Marzullo blatera all'una, e io posto alle cinque. Problemi??

Scrivo a quest'ora? Sì. Sono le cinque passate, mi son svegliata come Ronald Reagan in 'Land of confusion', ovvero zuppa, ho fatto un sogno strano in cui dovevo giocare a pallavolo fra le casse di un supermercato ed è risaputo che io c'ho poca forza nelle braccia e quindi avevo grande ansia.
È un bel direttore!
No, questo non c'entra niente col post.
I sogni non sono il massimo della razionalità, infatti a volte non li capisco. Ma anche da sveglia vedo cose che un po' mi risultano poco comprensibili e molto misteriose. Ma non voglio dover specificare. Anzi, specificherò.
Perché mai le zanzare devono sempre ronzare negli orecchi? Non possono semplicemente pungere e levarsi dalle balle? O lo fanno per sfida?
Ecco, questa è una delle cose che non capisco. Insieme a 'Perché mai hanno messo Caz Degan a condurre MistÉro?'. Forse Sanremo ha dato alla testa a RuggÉri? Il programma, senza di lui, non ha senso. Cioè, non ne aveva molto neanche con lui, ma ora è il peggio del peggio.

Ma ero partita a parlare di cose serie, cacchio. Vabbè. Lasciamo stare, vai.
Buona notte. Anzi, buon mattino.

martedì 10 agosto 2010

La notte di san Lollo

[era così che chiamavo il mio compagno di liceo L.]

[e non era la Lollobrigida]

In ventitre (o ventitré? Ma perché mai ci va messo l'accento, poi?) anni di onorata carriera esistenziale
non ho mai avuto la fortuna di vedere qualcosa che si incendiasse a contatto con la nostra atmosfera.
Oh, sicuramente oggi i tiggì ci informeranno delle abitudini voyeuristiche degli italiani (voyeuristiche nel senso di 'osservatrici' - di stelle cadenti, nella fattispecie), andando in giro a intervistare gente chiedendo "Signora, lei stasera dove le guarderà le stelle?" e cose del genere.
Cioè, voglio dire, sono domande molto importanti. Io ho assolutamente bisogno di sapere in che modo si prepareranno all'evento i nostri milioni di conterronei.
Altrimenti non saprò MAI se faccio bene a prendere la macchina e a piazzarmi accanto all'autostrada del Sole che passa qui vicino, in un piccolo spiazzo a ridosso della collina, buio e isolato.
Ovviamente inforcando gli occhiali, altrimenti non vedrei manco il sole, fra poco.

Insomma, aspetto con ansia il bollettino del tiggì.
Sperando che i servizi sulle stelle non rubino spazio agli amabili servizi sul caldo e sull'afa, perché anche lì ci tengo a sapere e ad avere aggiornamenti sulle modalità di difesa dal caldo.
"Signora, lei come si difende dal caldo?"
"Bevo molta acqua, accendo il ventilatore, evito di uscire nelle ore più calde".
E sticazzi non ce li metti?
Mi stupirò quando qualche intervistato dirà "Mi difendo dal caldo sorseggiando bevande a bollore, perché in questo modo il corpo sente fresco",
ma forse qualcuno l'avrà già detto, solo che di sicuro è stato censurato durante la fase di montaggio.

Comunque sia, per cena vi consiglio di organizzare una bella grigliata in compagnia.

Il teatro è un posto di brutalità

Come qualcuno saprà io frequento un'università di preti.
Tra le offerte formative di questa c'è anche un surrogato del DAMS, ma più costoso e con un acronimo migliore: purtroppo, però, la maggior parte dei frequentanti è gente un po' bizzarra, che sembra giust'appunto uscita dalla casa del Grande Fratello, e non ha nulla a che vedere con la tv del vaticano che doveva organizzare Arbore ne Il Papocchio. Sono ragazzi che, nelle ambizioni più pure, aspirano al massimo a scrivere una puntata di Un posto al sole.
Tra di essi, però, c'è una piccola minoranza: quella che vuol fare teatro e poi finisce a fare il professore delle varie discipline teatrali. Li puoi riconoscere a occhio perché sono tutti la versione fallita di Gigi Proietti.

Alti, magri (da giovani han patito la fame), con barba incolta che da carattere. Vivono una capacità grossolana di passare da un portamento formale, profondo, da teatro di prosa, a quello più ammiccante e ambiguo da comico di avanspettacolo, l'aver fatto il quale una decina d'anni fa si sarebbero vergognati come ladri, ma che oggi da spessore al curriculum, assieme a quelle brutte e mal fatte repliche di opere dannunziane.
La cosa più caratterizzante, però, è che han tutti teorie assurde sull'attore e il pubblico, le quali il più delle volte ripropongono in chiavi sessuali per tutto: Romeo&Giulietta? Sesso. Le opere di Brecht? Sesso e straniamento; straniamento sessuale, naturalmente. Il teatro di Dario Fo? Sesso ed anarchia. I morality plays medievali? Sesso con Everymen.
Ma il lato più divertente è come non abbiano pietà per nessun contemporaneo in vita, soprattutto se pluri-premiato e riconosciuto al livello internazionale, e non puoi credere che quest'astio non derivi da nient'altro, se non dal fegato che rode dall'invidia. Voi non immaginate cosa ho sentito dire su Dario Fo... e se Pirandello fosse ancora in vita, avrebbero da ridire anche su di lui, magari perché c'è poco sesso nelle sue rappresentazioni.
Amano solo le cose più estreme e dal simbolismo più scadente, fallimentari, di quelle che se han venti spettatori a sera è perché l'attore principale ha molti parenti.

Ecco perché io non vado mai a teatro (ah, e anche perché stare seduta in sala mi annoia).


Annunciazione da Il Papocchio.

lunedì 9 agosto 2010

Lo film de la sera

Per la prima volta, a 24 anni suonati, aggio visto la pellicola Trainspotting.
Era sempre stato il film culto di mia sister, che aveva pure il cd della colonna sonora,
e in effetti io mi ero sempre limitata a quella. La colonna sonora.

Non mi volevo azzardare a guardare il film, e così mi affezionai alla colonna sonora.

Di Arancia Meccanica conobbi prima di tutto la colonna sonora. Avevo tredici anni e non potevo ancora vedere il film.

Stessa dinamica per due film diversi.

Ops.
Ho detto diversi?
Ma se sono uguali!

Naturalmente, se vi vien sottoposto l'amletico dubbio di scegliere, per una serata fra amici, fra il meccanico agrume e il convogliospotting,
mi raccomando:
choose the original.

Amore e paroxetàina

Sono una donna, non sono una santa.
Hm.
Beh, essendo donna (o tonna) ho anch'io il diritto di farmi una vita sentimentale.
Franz è più piccola di me, ed è ancora nella fase degli amori platonici e dei sogni a occhi aperti e del ragazzo bellissimo con cui ti trovi gomito a gomito all'università, ma che però non sai se sia interessato o meno.
Però ti basta (o ti fai bastare) il fatto di vederlo tutti i giorni, di ricamarci sogni, di andare all'uni con quel pizzico di vitalità che ti è dato dall'adrenalina.

Io, invece, faccio sul serio.
[non che Franz non facci sul serio, eh. E' solo che la fase successiva arriverà fra un paio d'anni. O, almeno, ci piace pensare che a determinate cose si giunga a una determinata età, anche se ormai le tredicenni odierne hanno già baciato, ciulato, svenduto se stesse a mezza città, e financo detto 'Ti amo' da sobrie]


Dicevo, faccio sul serio.
Dopo un fidanzamento naufragato per mancanza di interessi comuni, maturità, empatia, stima reciproca,
finalmente ho trovato il Ragazzo.
Quello con la R maiuscola (e anche moscia, in effetti),
quello che anche se ti alteri poi cominci a pensare alla dolcezza del suo viso, al suo sorriso, ai suoi occhi solo per te, alla sicurezza che ti infonde, al suo bisogno di dolcezza perché anche lui è umano e ha bisogno della tua dolcezza, e allora ti molce il core e torni a essere very puccy :3

Ho divagato?
Forse.

La paroxetina.
Voi tutti sapete (e se non lo sapete, ora lo sapete) che da un po' di mesi convivo con questo simpatico principio attivo che mi circola nel cervello.
Ma questo principio attivo nasconde un'insidia che non sono più disposta a tollerare.
Insidia che non specificherò in questa sede.

Ho deciso così, senza autorizzazione, di scalare la dose. Sperimento le scossette al cervello (che non ho) tipiche della sospensione/riduzione, ma riesco a tollerarle.

Il vero problema è che sclero. E purtroppo sclero anche col mio Ragazzo, il quale è l'ultima persona al mondo a meritarsi una sclerata da parte mia.
Per cui a volte me la prendo per delle cavolate e apparentemente mi raffreddo.
Lui, dal canto suo, con una gorgone come me preferisce evitare scontri e lasciarmi sbollire.

Scleravo anche quando prendevo la paroxetaina a dosaggio pieno, avevo le stesse piccole gelosie, ero polemica allo stesso modo, ho avuto i miei momenti di apparente raffreddamento nei suoi confronti.
Se dovevo essere triste ero triste, e via discorrendo.

Sicché credo che: o il farmaco non ha avuto questo grande effetto risanante sul mio umore o la tendenza all'umore nero è mia caratteristica non sradicabile.
Quindi, se riduco il farmaco o lo interrompo non dovrei essere così diversa da com'ero fino a qualche giorno fa.

Di sicuro, però, la psic, dopo avermi scalpato e picchiato a sangue per aver agito di testa mia, mi convincerà, se proprio voglio dire addio all'odiata paroxetaina, a buttarmi su un altro farmaco.
Che di sicuro avrà su di me il solito effetto indesiderato di cui sto cercando di liberarmi -_-.

Bene. Quello che dovevo dire l'ho detto.

domenica 8 agosto 2010

Bicicletta avrai vita breve

Mio padre ha da poco portato su la mia vecchia bici.

Inizialmente contenta, ora inizio a temere.
Devete comprendere che che, in qualità di donna del sud, ho una bellissima bicicletta: il suo colore è blu elettrico, ha ruote resistenti e un numero infinito di marce.
Da bambini tutti abbiamo desiderato un simile mezzo da esporre, con grande invidia dei nostri amichetti, durante le scorribande attorno al parco. Poi, quando si cresce, la bicicletta perde un po' il suo fascino, ma rimane, comunque, fedelmente in garage, dove la ritroverete tutte le pasquette per la classica scampagnata nei pressi della pineta. Sino a quando, divenuti ancora più adulti, la lascerete lentamente arrugginire sino al dì che troverete la forza d'animo per portarla in un'isola ecologica.
Questa è la vita della bicicletta da Roma in giù: ciò perché noi del sud, a dir la verità, la percepiamo come un giocattolo, un passatempo da comprare ai nostri figli. Non rientra nella categoria dei veicoli come, invece, accade per il motorino o il cavallo; casomai doveste avere l'esigenza di un trasporto, state ben certi che il meridionale prenderebbe al 99% dei casi l'auto, foss'anche un viaggio di cento metri, raramente i mezzi pubblici(?). In assenza di questi, se proprio proprio volesse ugualmente uscire di casa e affrontare questo viaggio, seppur sotto il sole, andrebbe a piedi.
Ma in bici no.
Non è contemplata dal possessore, o, comunque, non di certo dall'automobilista, il quale raramente recepisce il ciclista come un'entità semovente, con grande pericolo per chiunque si azzardi a mettersi col sedere su un sellino.

Al nord, invece, ciclettare è d'uso frequente.
Sin da bambino il nordico è educato al culto del ciclista in strada e, quindi, alla viabilità responsabile. Ma, povero ragazzo, sin dall'età innocente è anche avvisato delle brutture del mondo: non ti affezionare troppo a quelle ruote, gli dice il genitore, che qui i terroni/marocchi/quelli del pd rubano. E ben sanno che accadrà endemicamente che, scesi in cortile, catena e ciclo saranno scomparsi. Inutile sarà bestemmiare nel proprio colorito vernacolo il nome di Fausto Coppi.
Così è d'uso girare con vecchi ferri, le grazielle della nonna/della mamma/ della zia (si, bici in versione maschile non ce ne sono), polverose, un po' arrugginite, eppur assicurate da catene spesse quanto quelle che servono a sorreggere le ancore dei transatlantici.

Potrete quindi capire come rischi d'aver vita breve una bicicletta del sud in un contesto nordico con, per lo più, una catenella con la quale non legherebbero neanche i tricicli.
Partono le scommesse: quanto tempo ci vorrà perché me la rubino?

A proposito di pelo di gatto...

La mia Ibruzza da qualche tempo era diventata una rasta-cat, nel senso che sul groppone le si erano formate disgustose ciocche di pelo tutte rapprese, che certo non ci invogliavano ad accarezzarla [già non l'accarezziamo volentieri, poi se ci si metton pure i rasta..].
Non sapevamo nemmeno come fare.

Tagliarli? Tosarla a mo' di gatto-sphynx (aka E.T.)?

E da cosa sarà stato dato quello strano comportamento della pelliccia?
Muffa?
Qualche strana affezione cutanea?

No, niente di tutto questo.

Ibra è solo troppo cicciosa al punto da non riuscire a pulirsi certe aree del manto.
Così parlò il veterinario, fugando i nostri dubbi.

Ho una gatta cicciosa.
Un bidoncino.
Una sorta di Homer Simpson felino.


Che schifo.