domenica 8 agosto 2010

Bicicletta avrai vita breve

Mio padre ha da poco portato su la mia vecchia bici.

Inizialmente contenta, ora inizio a temere.
Devete comprendere che che, in qualità di donna del sud, ho una bellissima bicicletta: il suo colore è blu elettrico, ha ruote resistenti e un numero infinito di marce.
Da bambini tutti abbiamo desiderato un simile mezzo da esporre, con grande invidia dei nostri amichetti, durante le scorribande attorno al parco. Poi, quando si cresce, la bicicletta perde un po' il suo fascino, ma rimane, comunque, fedelmente in garage, dove la ritroverete tutte le pasquette per la classica scampagnata nei pressi della pineta. Sino a quando, divenuti ancora più adulti, la lascerete lentamente arrugginire sino al dì che troverete la forza d'animo per portarla in un'isola ecologica.
Questa è la vita della bicicletta da Roma in giù: ciò perché noi del sud, a dir la verità, la percepiamo come un giocattolo, un passatempo da comprare ai nostri figli. Non rientra nella categoria dei veicoli come, invece, accade per il motorino o il cavallo; casomai doveste avere l'esigenza di un trasporto, state ben certi che il meridionale prenderebbe al 99% dei casi l'auto, foss'anche un viaggio di cento metri, raramente i mezzi pubblici(?). In assenza di questi, se proprio proprio volesse ugualmente uscire di casa e affrontare questo viaggio, seppur sotto il sole, andrebbe a piedi.
Ma in bici no.
Non è contemplata dal possessore, o, comunque, non di certo dall'automobilista, il quale raramente recepisce il ciclista come un'entità semovente, con grande pericolo per chiunque si azzardi a mettersi col sedere su un sellino.

Al nord, invece, ciclettare è d'uso frequente.
Sin da bambino il nordico è educato al culto del ciclista in strada e, quindi, alla viabilità responsabile. Ma, povero ragazzo, sin dall'età innocente è anche avvisato delle brutture del mondo: non ti affezionare troppo a quelle ruote, gli dice il genitore, che qui i terroni/marocchi/quelli del pd rubano. E ben sanno che accadrà endemicamente che, scesi in cortile, catena e ciclo saranno scomparsi. Inutile sarà bestemmiare nel proprio colorito vernacolo il nome di Fausto Coppi.
Così è d'uso girare con vecchi ferri, le grazielle della nonna/della mamma/ della zia (si, bici in versione maschile non ce ne sono), polverose, un po' arrugginite, eppur assicurate da catene spesse quanto quelle che servono a sorreggere le ancore dei transatlantici.

Potrete quindi capire come rischi d'aver vita breve una bicicletta del sud in un contesto nordico con, per lo più, una catenella con la quale non legherebbero neanche i tricicli.
Partono le scommesse: quanto tempo ci vorrà perché me la rubino?

2 commenti:

  1. hahaha è vero: qui al nord (per quanto possa essere nord la toscana) le biciclette hanno vita breve. Fu bruttissimo quando, una mattina di dicembre di quando ancora abitavo nel vecchio palazzo, mi affacciai alla finestra del bagno e la mia mountain bike non c'era più. E sto parlando di un cortile/garage condominiale cinto da alte inferriate puntute. Ma non era la prima bici che ci veniva fottuta: altre mountain bike dei miei fratelli avevano fatto la stessa fine. Il brutto è che poco tempo dopo, davanti al mio negozio era passato un ragazzino con una bici stranamente IDENTICA alla mia, con anche gli stessi giri di nastro isolante nero sulle impugnature del manubrio (che erano gialle). Ci rimasi malissimo, avrei voluto seguirlo e chiedergli spiegazioni. Ma non feci niente -_-
    L'unico modo per difendersi dai ladri di biciclette è assicurare il telaio della propria bici con una catena di acciaio con le maglie a sezione quadrata. Non c'è tronchese che sopravviva al taglio di esse.

    RispondiElimina
  2. Quando vivevo ai margini dell'estrema periferia ponente di genova, decisi di comprarmi una bella bicicletta.
    Tanto per andare al mare o per piccoli spostamenti.
    Il giorno dell'acquisto, dopo averla triofalmente portata a casa pedalando per un paio di chilometri, la lasciai incatenata ad un palo sotto casa.
    Avevo anche uno scooter e dato che possedevo una sola catena liberai il dueruote motorizzato per legare la bici.
    Il giorno dopo la bici era già sparita.
    E anche lo scooter.

    Che sfiga.

    RispondiElimina

Siamo per il commento moderato. L'alcol invece può scorrere a fiumi..